Il passo per rendere praticabili gli enunciati prescrittivi eticonomici è agire sui metodi di concezione e distribuzione del denaro come generatore simbolico di tutti i valori (libertà, amore, giustizia, ecc.).
Il processo di Eticonomia si svolge attraverso una serie di elementi che caratterizzano il mix eticonomico e che trovano espressione in ogni contesto d’impresa eticamente retto e giuridicamente approvato. La tradizione economica ha sempre riconosciuto il capitale, come capitale finanziario, l’Eticonomia lo intende come cocapitale, ovvero la sommatoria di tutti i beni di un’impresa: materiale/imprenditoriale (i mezzi produttivi: software, applicazioni, macchinari, edifici, ecc.), il capitale finanziario/d’investimento (la moneta), il capitale umano, il capitale intellettuale/creativo (brevetti, marchi, know-how, invenzioni, idee, ecc.).
Tuttavia è inevitabile che la conversione etica avvenga anche rivalutando il classico concetto d’investimento di capitali; solitamente infatti chi acquista la fetta più grande di un’impresa potrà agire con maggior potere sulle decisioni della stessa. In Eticonomia, rispettando il principio di equità e giustizia, il valore d’acquisto sarà equamente distribuito per favorire le corrette ripartizioni di potere decisionale, riconoscendo i “cocapitalisti” sullo stesso piano di valore e responsabilità.
Il coprofitto è la “ricompensa” che il capitale umano consegue grazie al lavoro con cui supporta l’attività dell’impresa; l’Eticonomia riconosce a tutti i protagonisti la possibilità e la legittimità di partecipare alla produzione del coprofitto e dunque di conseguirlo in base al loro impegno, professionalità e condotta eticonomica.
Quindi se per l’economia il profitto è quella parte di valore generato da un’impresa e che normalmente viene riconosciuto ai proprietari e agli azionisti, in Eticonomia il profitto è sostituito dal coprofitto, il quale verrà redistribuito a tutto il cocapitale.
Anziché convergere tutti gli enti verso la produzione di capitale, come solitamente avviene cedendo il passo a sfruttamento, ingiustizie, corruzione e povertà degli impiegati, in Eticonomia, grazie alla redistribuzione del cocapitale, si sorpasseranno tali distorsioni veicolando ogni singolo alla responsabilità d’incentivare e far crescere l’asset o l’iniziativa per cui verranno ricompensati in cogestione.
Il responsabile di una determinata area, di un determinato asset Eticonomico, instaura una vera e propria alleanza con le persone che svolgono funzione, determinando responsabilità da parte di essi e inevitabilmente soddisfacendoli giacché coinvolti nei processi decisionali e progettuali.
Grazie a questa partecipazione attiva, ognuno potrà ben comprendere le dinamiche collegate all’imprese cercando di risolvere creativamente.
In Eticonomia si è dipendenti e subordinati solo al bene comune. Ciò non significa denigrare la proprietà privata; essa infatti viene riconosciuta come giusta, naturale e degna di essere rispettata se riguarda e coinvolge, minori o familiari stretti.
Quando tuttavia in un settore sono investite altre persone, il loro tempo, impegno e sacrificio, è necessario passare al paradigma della comproprietà.