Il salto di paradigma sociale nell'era dell'innovazione digitale
ORIGINE
Viviamo in un momento storico ricco di contraddizioni, da una parte la grande
promessa dell’avvento tecnologico, dell’ accessibilità delle informazioni dove
tutto sembra possibile e chiunque può tutto, dall’altra parte si registra una
dimensione di crisi umana ed economica che sembrerebbe smentire l’ entusiasmo
generato da quella definita come era digitale. Le persone, nonostante le
iperconnessioni delle rete sociali, vivono un quotidiano che non corrisponde
esattamente al proprio avatar digitale: migliaia di connessioni non
rispecchiano le relazioni umane; virtualmente abbiamo tanti amici,
praticamente ci sentiamo soli.
In tutto questo, avendo perso una visione di futuro
possibile, l’individuo naviga a vista e in un mondo dove i capisaldi di quelle che
potevano essere delle bussole valoriali come la famiglia, la politica, la religione e la
garanzia di un lavoro sicuro sembrano ormai chimere di un lontano passato che
non può tornare. In questo contesto ove la traiettoria del mondo ci fornisce
coordinate specifiche in direzione della tecnologia, dell’automatismo e della
finanza capitalistica dove le persone sono mezzo del processo produttivo,
nasce un salto di di paradigma sociale nell’era dell’innovazione digitale; non come risposta alla crisi ma come nuova visione del mondo.
Una visione dove l’essere umano,
ormai mercificato da un sistema capitalistico che lo vuole consumatore e dove l’apparire conta più dell’essere, può tornare a riconciliarsi con i suoi
principi intesi come ordine di natura; una visione antroponcentrica dove l’essere umano torni ad essere un fine e non un mezzo,
dove si possa trasformare la logica dell’ “avere per essere” con quella “essere per avere” e creare dei mezzi affinché l’individuo, il pilota, possa
tornare a guidare la propria esistenza in direzione di uno scopo centrando la propria vocazione e il proprio talento.
L’obiettivo è produrre abbondanza economica come effetto del vivere secondo quei principi di natura, conciliare quindi concetti che sembrerebbero
in contraddizone come etica ed economia.
Eticonomia Srl nasce dalla consapevolezza di questa visione e viene poi ben espressa e sistematizzata nel 2016 dal Professor Foglio (Antonio Foglio - Eticonomia:
la gestione etica dell’economia, dell’impresa, del mercato, del business, della finanza,dei consumi, dell’ambiente – Edizioni Franco Angeli), da cui gran parte dei testi a
seguire si basano nel pieno rispetto della comunicazione che abbiamo scelto e per esprimere efficacemente il nostro scopo
In quest'epoca la società contemporanea è caratterizzata da un senso di vuoto esistenziale che causa sfiducia, depressione, insoddisfazione e rassegnazione; una decadenza culturale e valoriale ed economica dove gli strumenti potenzialmente utili al processo evolutivo e sociale, si trasformano sottilmente in "fine-scopo", l'essere umano è confuso poiché privato della condizione ideale dove poter esercitare e sviluppare il proprio potenziale.
DR. FULVIO RINALDI
VISIONE ANTROPOCENTRICA
L’ Eticonomia si prefige, in questo mercato consumistico dove l’individuo mercificato diventa mezzo del processo economico, di
creare un modello dove l’ essere umano si riqualifica come fine, con l’obiettivo di realizzare il quello che aristotele chiamava come “fine di tutti i fini” la Felicità.
La visione antropocentrica dell’Eticonomia, nasce dalla consapevolezza di quei diritti e necessità primarie dell’uomo: abbiamo diritto ad
essere felici, ad essere creativi e sociali, vogliamo relazioni sane ed interdipendenti, abbiamo diritto alla libertà, vogliamo lasciare al nostro passaggio una
condizione migliore di come l’abbiamo trovata, vogliamo essere responsabili dei nostri successi.
Questa palingenesi è possibile uscendo dal nostro
isolamento ed usando le nostre azioni come mezzo per vivere questi principi, progettando Etica grazie alle opportunità date dall’ Economia, intesa anche come mondanità.
I veloci processi di cambiamento del settore economico dovuti alla globalizzazione e allo sviluppo di nuove tecnologie hanno reso più consapevoli un
grande numero di persone più motivate a un coinvolgimento sociale e ambientale. Sostenuti dalla eliminazione delle barriere, che ha reso il mercato più ampio,
aziende e professionisti svolgono un ruolo fondamentale nel mondo dell’economia e della responsabilità sociale.
Si affacciano nuovi modelli di business che hanno più chiaro
l’obiettivo di fornire beni e servizi a prezzi più vantaggiosi alla maggioranza delle persone a vantaggio di una crescita sostenibile nella quale il profitto è visto all’interno di una prospettiva più
ampia che comprende lo sviluppo della società e il minor impatto ambientale.
In questo contesto risulta fondamentale qui il ruolo della formazione interdisciplinare, come risveglio delle
coscienze e attuazione del potenziale. La continuità è data anche dalla riconfigurazione degli strumenti e del come si fa impresa poiché entrando in alcuni meccanismi creiamo degli effetti
o viviamo delle condizioni capaci di riallontanarci dal vivere una vita secondo principi; per questo l’aspetto pragmatico dell’Economia va riconfigurato e liberato dai modelli capitalistici.
In questo panorama la visione eticonomica su muove su 3 versanti interdipendenti ed interconnessi: - Un nuovo paradigma di sviluppo socio-economico dove l’economia
diventa “mezzo” attraverso il quale l’individuo possa realizzarsi; - Formazione Interdisciplinare, in questo caso si lavora sul “pilota” pertanto l’importanza di fornire gli strume
aziende e professionisti svolgono un ruolo fondamentale nel mondo dell’economia
e della responsabilità sociale. Si affacciano nuovi modelli di business che hanno
più chiaro l’obiettivo di fornire beni e servizi a prezzi più vantaggiosi alla maggioranza
delle persone a vantaggio di una crescita sostenibile nella quale il profitto è visto
all’interno di una prospettiva più ampia che comprende lo sviluppo della società
e il minor impatto ambientale. In questo contesto risulta fondamentale qui il ruolo
della formazione interdisciplinare, come risveglio delle coscienze e attuazione del
potenziale. - La continuità è data anche dalla riconfigurazione degli strumenti
e del come si fa impresa poiché entrando in alcuni meccanismi creiamo
degli effetti o viviamo delle condizioni capaci di riallontanarci dal vivere
una vita secondo principi; per questo l’aspetto pragmatico dell’Economia
va riconfigurato e liberato dai modelli capitalistici
In questo panorama la visione eticonomica su muove su 3 versanti interdipendenti ed interconnessi:
1) Riportare al centro i principi e i valori dell’essere umano come guida, “stella polare” della proprie azioni e quotidianeità.
2) Formazione Interdisciplinare; in questo caso si concentra sul “pilota” vista l’importanza di fornire allo stesso gli strumenti necessari
allo sviluppo delle proprie potenzialità in linea con i propri principi;
3) Un nuovo paradigma di sviluppo socio-economico dove l’economia diventa “mezzo” attraverso il quale l’individuo possa realizzarsi.
Dal 2012 l'Eticonomia è stata scelta come argomento di dibattito in cinque università europee con l'intento di far conoscere e sensibilizzare gli studenti su temi quali l'economia del bene comune e l'interdipendenza, intrattenendo così un dibattito attivo e concentrato sull'analisi di quei validi modelli disponibili e in grado di far susseguire all'adempimento di una partecipazione nella società e nell'Economia, una vita guidata dall'etica.
università degli studi tor vergata
roma novembre 2012
università degli studi del molise
campobasso novembre 2012
università degli studi g. d'annunzio
pescara novembre 2014
universitat de barcelona
barcelona maggio 2015
IL LIBRO E I PRINCIPI
Un libro che tocca tutti i temi economici. Antonio Foglio, sistematizzatore del progetto Eticonomia, dimostra che è possibile dare concrete, complete, responsabili risposte ad una gestione etica dell'economia, dell'impresa, del mercato, del business/affari, della finanza, dei consumi, dell'ambiente; l'Eticonomia può essere il giusto percorso perché l'economia possa ridare dignità all'uomo come imprenditore, manager, lavoratore, consumatore, risparmiatore, cittadino.
L'economia che accetta e pratica l'etica diventando l'Eticonomia, può meglio funzionare rispetto a quella che l'ignora o la contrasta; l'Etica diventa l'essenza, il cuore, ma anche la conditio sine qua non per riportare l'economia a servizio dell'uomo nel rispetto della sua dignità, di quel tanto necessario bene comune perseguito dall'Eticonomia.
Vi è solo una possibilità mdi salvezza all’attuale crisi economica e valoriale, oltre che a quelle del futuro che verranno.
La prossima crisi che ci spetta non sarà infatti irreversibile solo se si crea un’economia che assume l’etica e i suoi principi,
un’economia che si fa promotrice della realizzazione virtuosa e storica di chi la produce, tutelando chi la muove
e tiene in vita, ovvero gli umani che la sviluppano e il pianeta che la ospita.
Per creare un modello antropocentrico capace di sopravvivere a qualsiasi difficoltà socio-ambientale, abbiamo individuato
quelli che potremmo definire “gli ingredienti primari” e non derivati di ogni essere umano; crediamo fortemente
infatti che ogni sistema il quale non rispetti questi fondamentali ingredienti sia destinato a decadere proprio
poichè disconnesso dalle esigenze primordiali di chi lo agisce e, come ogni tendenza o economia finora conosciuta,
tale sistema risulterà variabile, fragile e vulnerabile. Questi “ingredienti primari” di cui tutti siamo composti e deriviamo,
sono i principi a cui cerchiamo di tornare, da cui dovremmo esser trainati quotidianamente per perseguire l’unico
reale scopo dell’essere umano: essere felici.
L’Eticonomia, come l’uomo in natura, è fondata e radicata a tali principi.
Ne caratterizza ogni iniziativa, progetto o asset d’impresa come appunto “ingrediente basilare” per svolgere azioni
verso il bene comune e uno sviluppo economico tanto sano da rendersi immutabile ed imperituro.
Non vi saranno crisi in un sistema che soddisfa pienamente le forze regolatrici proprie dell’uomo e non vi potranno
essere dei cambiamenti esterni capaci di sciogliere un sistema interdipendente se la propria realizzazione individuale
è direttamente connessa alla scelta di perseguire la felicità di sé e del proprio socio. Questi principi
non potranno unicamente essere annunciati, essi dovranno caratterizzare la funzione di ogni elemento
e in ogni processo; dovranno essere il fine di ogni asset, dovranno esser vissuti quotidianamente e divulgati attraverso
una formazione interdisciplinare e propedeutica.
MIX ETICONOMICO
Il passo per rendere praticabili gli enunciati prescrittivi eticonomici è agire sui metodi di concezione
e distribuzione del denaro come generatore simbolico di tutti i valori (libertà, amore, giustizia, ecc.).
Il processo di Eticonomia si svolge attraverso una serie di elementi che caratterizzano il mix eticonomico e che trovano
espressione in ogni contesto d’impresa eticamente retto e giuridicamente approvato. La tradizione economica ha sempre
riconosciuto il capitale, come capitale finanziario, l’Eticonomia lo intende come cocapitale, ovvero la sommatoria di
tutti i beni di un’impresa: materiale/imprenditoriale (i mezzi produttivi: software, applicazioni, macchinari, edifici, ecc.),
il capitale finanziario/d’investimento (lamoneta), il capitale umano, il capitale intellettuale/creativo (brevetti, marchi, know how,
invenzioni, idee, ecc.).
Tuttavia è inevitabile che la conversione etica avvenga anche rivalutando il classico concetto
d’investimento di capitali; solitamente infatti chi acquista la fetta più grande di un’impresa potrà agire con maggior potere
sulle decisioni della stessa. In Eticonomia, rispettando il principio di equità e giustizia, il valore d’acquisto sarà equamente
distribuito per favorire le corrette ripartizioni di potere decisionale, riconoscendo i “cocapitalisti” sullo stesso piano di
valore e responsabilità.
Il coprofitto è la “ricompensa” che il capitale umano consegue grazie al lavoro con cui supporta l’attività dell’impresa;
l’Eticonomia riconosce a tutti i protagonisti la possibilità e la legittimità di partecipare alla produzione del coprofitto e dunque di
conseguirlo in base al loro impegno, professionalità e condotta eticonomica.
Quindi se per l’economia il profitto è quella parte di valore generato da un’impresa e che normalmente viene riconosciuto ai
proprietari e agli azionisti, in Eticonomia il profitto è sostituito dal coprofitto, il quale verrà redistribuito a tutto il cocapitale.
Anziché convergere tutti gli enti verso la produzione di capitale, come solitamente avviene cedendo il passo a sfruttamento,
ingiustizie, corruzione e povertà degli impiegati, in Eticonomia ,grazie alla redistribuzione del cocapitale, si sorpasseranno
tali distorsioni veicolando ogni singolo alla responsabilità d’incentivare e far crescere l’asset o l’iniziativa per cui
verranno ricompensati in cogestione.
Il responsabile di una determinata area, di un determinato asset Eticonomico, instaura una vera e propria alleanza con le
persone che svolgono funzione, determinando responsabilità da parte di essi e inevitabilmente soddisfacendoli giacché coinvolti nei
processi decisionali e progettuali. Grazie a questa partecipazione attiva, ognuno potrà ben comprendere le dinamiche collegate
all’imprese cercando di risolvere creativamente.
In Eticonomia si è dipendenti e subordinati solo al bene comune. Ciò non significa denigrare la proprietà privata;
essa infatti viene riconosciuta come giusta, naturale e degna di essere rispettatase riguarda e coinvolge,
minori o familiari stretti. Quando tuttavia in un settore sono investite altre persone, il loro tempo, impegno e sacrificio,
è necessaario passare al paradigma della comproprietà.